By Ro - lunedì, settembre 26, 2022
Considero Cappuccetto Rosso la fiaba delle fiabe, non solo perché è
probabilmente la prima ad essere raccontata ai bambini da piccoli o perché
è un racconto conosciuto da tutti e tradotto in un'infinità di lingue ma
soprattutto perché sembra non risentire mai del tempo che passa.
Dopo secoli, infatti, continua ad essere letta da bambini e da adulti e
quello che mi affascina maggiormente è il numero incredibile di riletture e
varianti che nel tempo sono state proposte.
Nato come racconto tramandato oralmente e con intenti moralizzanti, per
la prima volta viene messo per iscritto da Charles Perrault nel 1697 con
il titolo Le Petit Chaperon Rouge e pubblicato all'interno della raccolta I racconti di mamma oca.
La versione di Perrault non è a lieto fine.
La bambina e la nonna muoiono divorate dal lupo e la storia si conclude
con una spiegazione esplicita della morale:
«Da questa storia si impara che i bambini, e specialmente le giovanette
carine, cortesi e di buona famiglia, fanno molto male a dare ascolto
agli sconosciuti; e non è cosa strana se poi il Lupo ottiene la sua
cena.
Dico Lupo, perché non tutti i lupi sono della stessa sorta; ce n'è un
tipo dall'apparenza encomiabile, che non è rumoroso, né odioso, né
arrabbiato, ma mite, servizievole e gentile, che segue le giovani
ragazze per strada e fino a casa loro. Guai! a chi non sa che questi
lupi gentili sono, fra tali creature, le più pericolose!»
I Fratelli Grimm nel 1812 riprendono in mano la fiaba, la arricchiscono di
particolari e finalmente le donano un lieto fine inserendo nella
narrazione la figura del cacciatore che arriva a liberare Cappuccetto
Rosso e la nonna dalla pancia del lupo.
Da questa versione più conosciuta ed apprezzata della fiaba, prendono forma
altre narrazioni che tengono fermi gli elementi base della storia(la
bambina, il cappuccetto, la nonna, il bosco, il lupo e il cacciatore) ma la
riscrivono a volte cambiando il punto di vista, a volte compiendo ardite
sperimentazioni di carattere linguistico, narrativo e illustrativo, a volte
adattandola alle esigenze di un particolare tipo di pubblico.
In questo modo il panorama editoriale si è arricchito di una grande
quantità di versioni della fiaba, delle quali sono diventata una curiosa
collezionista.
Come sempre, con i miei modi e con i miei tempi ve ne parlerò
qui.
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