A Coco,
la mia Cindy-chi-lù
Sembra impossibile, eppure esistono persone che odiano il Natale, ed io sono stata una di quelle.
Per anni non ho sopportato il fatto di dover trascorrere un intero mese
dell'anno a cercare di essere (o almeno sembrare) per forza felice, solo
perché il mondo si aspettava questo da me in quel periodo.
Poi è arrivata Coco e pian piano ho scoperto la bellezza di costruire
insieme delle tradizioni natalizie che fossero solo nostre.
1. L'ALBERO
Abbiamo iniziato con un alberello minuscolo con sopra le decorazioni
fatte all'asilo, a cui si sono aggiunte le decorazioni comprate al mercatino della
parrocchia in occasione di Stranatale e poi quelle "cool" che acquistavamo durante la nostra escursione annuale alla
Maison du Monde.
Quando l'alberello non è riuscito più a contenere tutto, abbiamo cambiato
casa e ne abbiamo comprato uno grandissimo che ora occupa metà del
soggiorno.
2. IL CALENDARIO DELL'AVVENTO
Pur non sapendo minimamente di cosa si trattasse, quando Coco aveva due
anni le ho costruito il primo Calendario dell'avvento che ho riempito con
dolcetti, giocattolini e cacce al tesoro.
Da allora ogni due anni l'ho sostituito con uno sempre più articolato,
decorato e rigorosamente fatto a mano.
L'ultimo è stato
questo, frutto di un lavoro di squadra durante il quale ci siamo divertiti
tantissimo.
3. LA LETTERINA
Da quando Coco ha iniziato a parlare, ho trascritto le letterine che mi
dettava per Babbo Natale e quando è diventata abbastanza grande, ha
iniziato a scriverle da sola.
A quel punto Babbo Natale, ispirato dalle famose "Lettere di Babbo Natale"
di Tolkien, ha cominciato a risponderle, lasciando ogni anno una
letterina sotto l'albero insieme ai regali.
4. GLI ALBI NATALIZI
Ogni anno, abbiamo raccolto una serie di albi illustrati e libri sul
Natale e ogni sera, per tutto il periodo dell'avvento, abbiamo letto
insieme una storia prima di dormire.
(Se siete curiosi, potete guardare
qui)
Sono stati però i maglioni natalizi che ho iniziato a comprare per tutta
la famiglia a sancire in modo inequivocabile il fatto che lo spirito
natalizio fosse finalmente riuscito ad impossessarsi di me.
Non so cosa sia successo, ma anno dopo anno il mio cuore si è allargato,
fino a quando non è riuscito a contenere tutta la gioia, la meraviglia,
l'entusiasmo e la speranza dell'attesa del Natale.
Solo in quel momento sono riuscita a capire perché il Natale per molte
persone, oltre che una festa religiosa, sia uno stato d'animo.
E allora non ho potuto fare a meno di paragonare la mia esperienza a
quella del personaggio letterario anti-natalizio più famoso dopo il
Signor Scrooge, l'odiatore del Natale per eccellenza, partorito dalla
mente geniale del Dr. Seuss: il Grinch.
Grazie alle numerose trasposizioni cinematografiche, tutti conoscono il
Grinch ma per quei pochi che non sapessero di cosa sto parlando, ecco una
breve descrizione.
Si tratta di un essere alto e peloso che vive in una caverna isolata che
domina dall'alto la città di Chi-non-so.
Cinico, misantropo, irascibile e solitario, gode solo della compagnia del
suo cane ed è terribilmente infastidito dai festeggiamenti natalizi,
particolarmente amati dai Non-so-chi.
Superato il punto di massima sopportazione, viene folgorato da un'idea
malvagia: ruberà il Natale ai Non-so-chi.
Per farlo, confeziona un vestito da Babbo Natale per sé e uno da renna
per il suo cane e la notte della vigilia saccheggia Chi-non-so, portando
via i regali, gli addobbi e il cibo di tutti gli abitanti.
All'alba finalmente è pronto per scaraventare la slitta e tutto ciò che
contiene giù per un dirupo, assaporando già il gusto di vedere i
Non-so-chi piangere sul loro Natale perduto.
Ma all'improvviso sente dei suoni provenire dal paese e con sconcerto si
rende conto che sono canti di Natale pieni di gioia e di gratitudine da
parte dei Non-so-chi.
Solo a quel punto realizza che anche senza regali, addobbi e cenone, il
Natale è arrivato lo stesso e scatta per lui il momento della riflessione
che lo porta ad aprire gli occhi.
Il Natale ha un senso molto più profondo di quello che credeva e non ha
niente a che vedere con le cose materiali delle quali lui si è occupato
finora.
A questo punto avviene il miracolo di Natale: il suo cuore cresce di tre
taglie e diventa abbastanza grande da poter accogliere tutta la meraviglia
del Natale che è, finalmente, salvo.
Questa storia divertente che ci parla di un Natale inconsueto ma alla
fine riuscito, è tutta raccontata in rima, con un ritmo incalzante, un
linguaggio ricco di parole inventate, rime bizzarre, onomatopee e assonanze.
Si tratta di un'allegra filastrocca arricchita da illustrazioni
caratterizzate da un segno vivace ed espressivo e realizzate in bianco e
nero, in cui solo alcuni particolari vengono evidenziati attraverso l'uso
di varie gradazioni di rosso.
Il colore verde che identifica il Grinch nell'immaginario comune, dunque,
è una pura invenzione cinematografica operata nel 1966 da Chuck Jones, regista della Warner Bross.
Questo albo illustrato mi offre l'opportunità di dire due parole sul Dr. Seuss, amatissimo autore di fortunati libri per bambini.
Pseudonimo di Theodor Geisel, nacque negli Stati Uniti nei primi del '900
e divenne ben presto un disegnatore.
Iniziò col pubblicare vignette satiriche su riviste e giornali ma furono
gli spot pubblicitari a renderlo ricco e famoso.
Scrisse fortunatissimi libri per bambini che firmò con il suo pseudonimo e alcuni libri
per adulti che però non ebbero lo stesso successo.
Creò personaggi con fattezze animali originalissimi, bizzarri ed
estremamente divertenti ma allo stesso tempo impertinenti ed
anticonformisti come Ortone, il Grinch, gli Snicci e il Gatto col
cappello.
Negli anni '50 iniziò a prestare maggiore attenzione ai testi presenti
nei sui albi illustrati, dopo aver letto un articolo su "Life" in cui si
diceva che i bambini americani non amassero leggere perché non avevano a
disposizione libri adeguati in quanto a lunghezza e semplicità del
linguaggio utilizzato.
Alcune istituzioni educative lo sfidarono allora ad inventare storie che
fossero complesse e divertenti ma che utilizzassero solo un centinaio di
parole, ricavate dalla lista dei vocaboli di base del lessico di un
bambino.
Lui raccolse la sfida e scrisse storie in rima ricche di termini
inventati, assonanze e giochi di parole, a volte basate sull'utilizzo di
parole monosillabiche semplici e facili da ripetere e ricordare,
riscuotendo un enorme successo nel mondo anglosassone e non solo.
In Italia sono stati pubblicati solo una ventina dei suoi libri perché
tradurre i suoi testi è un'impresa difficilissima.
(Angela Dal Gobbo, "Quando i grandi leggono ai bambini")
IL GRINCH
Dr. Seuss
Mondadori
Anno di pubblicazione: 2016
56 pp., Illustrato
Prezzo di copertina: 16€
Età di lettura: dai 3 anni